sabato 4 settembre 2010

[ESCLUSIVA!] Intervista a Maurizio Lastrico!

Ciao a tutti,
prima di pubblicare l'articolo di oggi vi faccio notare che ho ridotto drasticamente le etichette della colonna a destra, così da rendere più semplice trovare gli articoli. Anche oggi continuo col ciclo d'interviste del Festival del Cabaret di Martina Franca, pubblicando sia la versione scritta che audio dell'intervista a Maurizio Lastrico!

Attenzione, le interviste sono protette da licenza commons creative e non possono essere ricopiate senza citare fonte ed autore. Ogni violazione alla licenza è punibile LEGALMENTE.


D: Allora, volevo sapere, lei ha come argomento appunto la Divina Commedia e Dante Alighieri, ma questo nasce da una sua passione per la letteratura e in particolare per questo personaggio oppure da qualcos'altro?
R: Mah, la passione vera nasce nel recitare queste cose qua di Dante, ho trovato una passione che è stata quando mi sono ritrovato a recitare queste cose di Dante, quelle istituzionali, che la scuola in qualche modo non portava, o portava solo parzialmente. Risultava uno dei tanti testi e il modo di porlo era quasi un po' fuorviante; nel momento in cui l'ho recitato è come se avessi trovato l'ottica giusta, che poi è un essere umano come noi che ad un certo punto racconta una cosa che si è inventato, una cosa fantastica, una cosa che lo spaventa, che gli fa paura, una cosa che gli piace... ha delle reazioni umane questo, non è un'opera che nasce per essere impolverata dentro una libreria, ecco.

D: Ma quindi lei pensa, in una certa maniera, con questa esposizione di ciò che si è inventato, rispecchia un po' lei come personaggio... è lei che cerca di rispecchiare Dante, un po' come carattere, un po' come...
(Scusatemi questa ORRIBILE domanda, ma si era fermata gente a guardarci e mi sono distratto. Avrei voluto semplicemente chiedere se Maurizio Lastrico si riteneva un "Dante moderno dalla formula un po' cambiata". Mi scuso ancora!)
R: No, c'è un gioco in questo, il gioco è un'inadeguatezza nel mondo e che ai miei occhi i piccoli intoppi della vita diventano delle cose infernali, il gioco è un po' quello, no? Cioè, esagerare la difficoltà di dover chiedere ad una persona dov'è il bagno per un timore mio, e questo ovviamente nella gente che scruta diventa una cosa infernale... le piccole "scemate" che diventano una roba così.

D: Come è iniziata questa sua carriera, cioè, qual'è stato l'argomento, l'evento, non solamente inteso come carriera in televisione o a teatro, anche un evento con gli amici, le scampagnate, spettacoli con la scuola, qual'è stata la scintilla per iniziare questa carriera?
R: Beh, il momento preciso non lo ricordo, però devo dire che da quando ci siamo separati con il mio amico storico Lino Linoleum che facevamo le cose insieme, lì c'è stato un momento di attrito, di difficoltà, con delle donne in mezzo, delle cose così... però lì è stato un momento in cui ho dovuto prendere la cosa in mano io, ed è stato abbastanza...

D: Ultima domanda, perchè ha deciso di prendere la carriera da comico e non magari un lavoro che sognava fin da quando era piccolo o qualcosa del genere?
R: E' da tempo che speravo di arrivare qua. Ho provato a fare altri lavori, ho fatto l'educatore, ho lavorato in delle cooperative eccetera, però poi in qualche modo dovevo fare i conti con queste cose qua, ed è un grosso privilegio oggi potersi occupare di queste cose... sia nella scrittura, nella recitazione... è un grosso grosso privilegio.

D: Va bene, grazie per l'intervista!
R: Grazie a te!



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