post di riapertura piuttosto particolare quello del What Else, che riapre finalmente i battenti dopo "secoli" di inattività.
Avendo riaperto il blog riprenderò a pubblicare, ma per diversi impegni non con la stessa frequenza di prima.
In ogni caso nuovo periodo vuol dire nuove rubriche e nuovi post!
In questo caso trattiamo della nuova rubrica sulle creepypasta: nelle varie puntate tradurrò le varie creepypasta pubblicate periodicamente sul sito creepypasta.com e le recensirò insieme ad un paio di guest che potrebbero variare da puntata a puntata.
In questa puntata vedremo "The Laughter" Creepypasta in "seconda persona", che tratta di un impiegato di una ditta di costruzione alle prese con una scuola infestata...
Ringrazio Akki per l'aiuto con la traduzione!
Ps: alcuni termini (e tempi verbali) sono stati tradotti alla lettera per non alterare il valore di questa Creepypasta
Fascia oraria media consigliata di lettura di questa Creepypasta - Sistema anti infarti notturni: Qualunque ora del giorno e della notte
Risate
Ti svegli spaventato, senza fiato, mentre cerchi di riprenderti da un incubo. E' lo stesso incubo che va ripetendosi da settimane oramai. Ogni sera guardi impotente la stessa dannata scena che si svolge proprio davanti ai tuoi occhi. Ci sono bambini che corrono in un cortile e una bambina che si arrampica sulle sbarre di ferro di un gioco per bambini. Hai quella sensazione nauseante che stia per accadere qualcosa, ma non sai cosa. Provi ad urlare per avvisarla, ma l'unica cosa che esce dalla tua gola è aria. Solo a quel punto capisci che è troppo tardi e provi a "bloccare" i tuoi occhi mentre la bambina cade, facendo risuonare nella tua testa un suono nauseabondo. Guardi impotente il suo corpo floscio, insieme a tutti gli altri bambini che stavano ridendo giusto qualche minuto prima. E' a quel punto che ti svegli sudando freddo, realizzando che si trattava solo dello stesso incubo, un'altra volta. Non ti eri ancora abituato e pensavi di non abituartici mai. Ancora stordito dal sonno guardi verso i numeri verdi luminosi digitali che ricambiano il tuo sguardo. E' l'una e mezza del mattino, la stessa ora dell'ultima volta. A questo punto hai abbandonato ogni speranza di tornare a dormire e ti dirigi giu dalle scale per prendere un bicchiere d'acqua. Realizzi che quel giorno devi andare a lavoro. Circa una settimana fa avevi iniziato ad abbattere una vecchia scuola non più utilizzata dagli anni 60. Stranamente, è proprio quel giorno che che gli incubi sono iniziati. "Grande" dici fra un sorso e l'altro "Come potrò funzionare adeguatamente con solo quattro ore di sonno?" .
Più tardi, quella mattina, arrivi alla scuola. I segni del tempo erano chiaramente visibili su tutto l'edificio: tubi arrugginiti, piante che crescono sui muri, verniciatura scheggiata ed un sottile strato di polvere che ricopre ogni superficie della zona.
"Che diavolo è successo in questo posto?" dici mentre entri dall'ingresso principale.
"Disordinato, vero?" rispose Mike dalla cima di una scala a pioli. Sembrava che stesse rimuovendo parte del soffitto. Il suono di trapani e sparachiodi risuonava per tutto l'edificio, insieme all'occasionale ronzio di una sega elettrica.
"Quindi, ehm... cosa dovrei fare oggi?" chiedi.
"Beh" rispose Mike senza distogliere l'attenzione dal suo lavoro "Potresti iniziare staccando le assi di legno del pavimento della palestra. Dopodichè avremo bisogno del tuo aiuto per smontare le lavagne nelle classi".
Annuisci e lui ti passa un martello ed un piede di porco. Appena entri nella palestra, il suono della porta che si apre e si richiude sbattendo alle tue spalle rimbombò fra le pareti. E' tutto silenzioso. Da qui tutti i rumori prodotti dagli utensili al lavoro non si sentivano. E' una scuola grande e tu sei nell'ala opposta rispetto agli altri. Trovi un angolo della palestra dal quale decidesti di iniziare e cominci faticosamente a fare leva sulle assi e a strapparle via.
A circa metà lavoro noti qualcosa di strano. Ti sentivi osservato, come se lo sguardo fisso di qualcuno ti trapanasse la pelle. Nel tentativo di alleviare questa fastidiosa sensazione provi a dire
"Si, Mike?"
Nessuna risposta. Naturalmente ti aspettavi che nessuno rispondesse, ma speravi che ci fosse una ragione per quella sensazione. Così smetti di pensarci e torni a lavorare. Da quando hai iniziato a lavorare lì, nulla ti è sembrato fuori posto, o strano. Arrivasti così alla conclusione che era il silenzio a farti sentire a disagio, così decidi di ascoltare della musica mentre lavori. Ma ad un certo punto, proprio come prima, inizi a sentirti come se qualcuno ti stesse osservando. Anche la tua musica non sembrava "giusta". Sembrava come se ci fosse un leggero rumore di sottofondo nell'armonia, ma non riuscivi a capire di cosa si trattasse.
Ti togli rapidamente un auricolare per capire se qualcuno ti stesse chiamando. Scopri così che i rumori di sottofondo erano risate e che non provenivano decisamente dalle cuffie.
"Salve?" dici riponendo le cuffie nella tasca dei pantaloni, "Chi è là?" .
Le risate si spensero rapidamente, come se un gruppo di bambini fosse passato correndo verso l'interno dell'edificio.
"Ci sono bambini qui dentro?" ti chiedi. Tiri il piede di porco via da sotto l'asse che stavi per rimuovere e l'appoggi sul pavimento. "Hey? Mike?" chiami un'altra volta. Esci dalla palestra e scendi la rampa di scale appena fuori le doppie porte. In fondo alle scale ti ritrovi vicino a quella che sembra una mensa. Questa non era certamente la strada dalla quale eri arrivato quando Mike ti aveva portato alla palestra, ma continui comunque ad andare avanti. Prima controlli la mensa per vedere se ci sono dentro i bambini, ma tutto quello che c'è è giusto una serie di tavoli da pranzo ripiegati. Ancora, senti le risate provenire da in fondo al corridoio.
Lasci la stanza e cammini verso le risate, ma quando sembra che stai per raggiungerle queste si allontanano nuovamente. Quando giri l'angolo capisci di essere finito in un vicolo cieco, con alla fine la porta di una classe. La porta era blu e arrugginita, in tono con le mattonelle di linoleum del pavimento. Arrivasti fino a lì, girasti la maniglia solo per scoprire che la porta era chiusa.
"Ma che diavolo... dove sono andati?" mentre pronunciavi queste parole una mano afferrò la tua spalla, facendoti sobbalzare. Ti giri e vedi Mike che ti osserva con sguardo interrogativo.
"Oh Cristo, mi hai spaventato" gli dici.
"Si, l'ho notato" disse Mike "Che ci fai qui giu? Hai finito la palestra? Bene, perchè abbiamo bisogno-"
"No, non l'ho finita. Ehy, ehm, qualcuno ha portato i suoi figli qui o qualcosa del genere?"
"Non che io sappia, ma tu devi finire di rimuovere il pavimento della palestra presto, abbiamo bisogno di aiuto con i circuiti elettrici".
Annuisci e lo segui. Dopo aver snodato le tue cuffie e fatto ripartire la musica, riprendi a rimuovere il pavimento della palestra. Ma dopo nemmeno due minuti da quando hai iniziato a lavorare, senti di nuovo quei dannati bambini. Questa volta sembrava come se le loro risate fossero un modo di deriderti. Sapevi che sarebbero corsi di nuovo via e le loro risate sarebbero finite di nuovo, così decidesti di continuare a fare quello che stavi facendo e di ignorarli. Ma non andarono mai via. A dire il vero sembrava quasi che diventassero sempre più forti e più irritanti.
"Cosa?!” urli ai bambini, ma le risate continuano. Questa volta butti giù il piede di porco, perché non ti senti in vena di scherzi. Invece di camminare nella direzione delle risate, corresti, sperando di catturarli. Ogni passo che facevi faceva tremare e scuotere gli armadietti lungo le pareti del corridoio. I tuoi passi rimbombarono nelle scale mentre continui ad inseguire i ragazzini. A questo punto non avevi idea di dove tu ti potessi trovare nel palazzo, o dove tu stessi andando, ma l’unica cosa che importava era inseguire le risatine e catturarle. Mentre correvi, ti accorgesti che la costruzione iniziava a sembrare più pulita. La pittura non si stava scrostando, e gli armadietti non erano nemmeno lontanamente arrugginiti. Maledizione, sembrava che tutto avesse appena ricevuto una mano di vernice.
“Pensavo che stessimo distruggendo,
non rinnovando.” Pensasti. Continuasti a correre, finchè non arrivasti nella mensa. Ti accorgesti che avevi corso per tutto il tempo in tondo, ma
quella teoria cadde presto quando notasti che nella mensa i tavoli erano apparecchiati, così come il pavimento era pulito. I cassonetti e i
tavoli sembravano essere sporchi di briciole e di latte alla fragola in alcuni punti.
Questo non aveva senso, vedendo come due secondi prima i tavoli fossero
disordinati e tutto fosse ricoperto dalla polvere. Ti fermi e guardi
tutto, sinceramente confuso, finchè le risate non ti tirarono fuori
dai pensieri. Appena ricominciasti a correre, le risate si fermarono. No, non
si fermarono come avevano fatto fino a quel momento, si fermarono tutte simultaneamente, come se fossero stati colpiti da un treno,
fermando il suono che fuoriusciva dalle loro bocche. Ti fermi, così,
insieme alle risate, e cerchi di capire dove ti trovassi, guardandoti
intorno. Fu lì che arrivò una piccola risata dal bagno alla tua
destra. Ridi, pensando “Oh, finalmente li ho presi” mentre vai
nel bagno. A differenza dell’area circostante, il bagno non era pulito e ordinato, è un completo disastro. I cardini delle porte e
i rubinetti erano completamente arrugginiti, e alcune mattonelle erano crepate o completamente mancanti. Una porta era attaccata per un solo cardine, causando un movimento strano di quest’ultima.
Controllasti ogni angolo, sperando di trovare uno di quei piccoli
bastardi, ma non c’era nessuno.
“Ma che diavolo?” urli. Avresti
giurato di aver sentito una risata venire da questo esatto punto,
come possono non esserci dei bambini qui? Ti giri verso il rubinetto
e girasti la maniglia. Pensi che lavandoti la faccia potresti stare meglio.
Naturalmente non esce acqua. Improvvisamente vedi qualcosa
nell’angolo dello specchio che ti fa tossire con forza.
In uno degli angoli c’era una piccola
bambina. I suoi occhi fissano i tuoi. Eccetto che lei non aveva occhi
normali, solo delle strane sfere bianco latte che sembravano troppo grandi
per il suo teschio. Non sono solo i suoi occhi, però. Tutto in lei non era normale. La pelle si manteneva a malapena sulle ossa,
causando la fuoriuscita delle articolazioni. I suoi capelli erano malmessi e mancanti in alcune parti, come se fosse una vecchia
bambola. La bambina stava indossando un vestito bianco strappato,
macchiato di sporco e sangue, e finalmente un pensiero improvviso ti colpisce come un muro di mattoni.
Sotto quello che sembrava essere un
cadavere in decomposizione, capisti che quella ragazzina era la stessa
che appariva nei tuoi incubi. Le sue labbra si schiusero, rivelando
dei bruttissimi denti affilati in un punto. Urli e corri via dal
bagno. Mentre scappi, ti accorgi che il palazzo non sembrava più pulito,
ma che era tornato al suo stato di decadimento. Improvvisamente, girando
un angolo, ti scontri con Mike.
“Che diavolo stai facendo?” disse
Mike, chiaramente frustrato “questa è la seconda volta che abbandoni il tuo
lavoro.”
“Ma che cazzo sta succedendo?”
urli, pretendendo una risposta. Mike ti guarda con sguardo
interrogativo e risponde “Ma di che stai parlando? Non sta
succedendo niente. Senti, se ti senti male puoi andare a casa.”
“No, sto bene”, rispondi “prometto
che finirò questa volta. Da dove devo andare per tornare indietro?”
Mike punta con il dito la rampa di scale alla fine del corridoio.
“Su per le scale, e in fondo al
corridoio alla tua sinistra. Troverai le doppie porte.”
Mentre tornate indietro, qualcosa ti
viene in mente.
“Hey” Chiedi a Mike “Perché
questo posto è stato chiuso? E’ come se un giorno tutti avessero lasciato
contemporaneamente l’edificio e non fossero più tornati.”
“Beh” inizia Mike, con il suono
dei passi risuonava nelle scale “Una ragazzina, una studentessa di
questa scuola, morì qui. Apparentemente c’era troppa tristezza per
i bambini, e ciò li fece deprimere tutti. Quindi, nella speranza di
eliminare l’incidente dalle loro menti, si trasferirono tutti in
un’altra scuola.”
La fredda mano della paura percorre con
le sue unghie lunghe la tua spina dorsale.
“Co- Come è morta esattamente?”
Esattamente mentre attraversi le doppie porte,
Mike risponde,
“E’ caduta nel cortile e le si è
rotto il collo.”
Deglutisti con forza, mentre Mike si allontana per tornare al suo lavoro.
“Non dovrebbe mancare molto” disse
Mike “Non c'è ancora molto da fare, ce la farai in poco tempo.”
Il suono delle porte di metallo che si
chiudono seguì poco dopo.
Ti accorgesti che dovevi sbrigarti, e dovevi finire di rimuovere le assi di legno, così da poter tornare a casa
e non tornare mai più in quel posto. Rimetti il tuo sottofondo
musicale e riprendesti il tuo lavoro, con la mezza paura di sentire risate, ma non accade nulla.
Anche dopo aver finito, nulla accade. Mentre torni a casa, inizi a
chiederti se fosse tutto frutto della tua immaginazione, se l’incubo
ti avesse condotto alla pazzia. Al pensiero dell’incubo ti venne
mal di stomaco, ripensando a cosa disse Mike. Questo tuo pensiero ti
rimane in testa finchè non decidesti di andare a letto, consapevole di cosa
sarebbe accaduto successivamente. Ma l’immagine della sua faccia,
la sua brutta, brutta faccia bloccata con te.
Non hai ragioni per andare in paranoia.
E’ finita. Sei qui, e lei è lì, in quella scuola.
“Diavolo, forse non esiste nemmeno” ti
dici, mentre perdi lentamente coscienza . Mentre chiudi i tuoi occhi, aspettando
quell’orrida visione, una piccola risata arriva dall’esterno
della tua camera da letto.
Crediti a – TVATR
Le opinioni:
Setzer:
Vorrei evidenziare come tutta la questione "terrore e tensione" sia uccisa dai terribili modi di esprimersi e dalla discontinuità temporale utilizzata dall'autore. Perfino nel punto in cui la bambina viene descritta la tensione cade a ripetizione per colpa dei punti troppo ravvicinati. Così si annulla persino la parte più "terrificante" della storia che cade nel baratro della banalità. L'utilizzo della seconda persona singolare è un abominio della forma metrica, soprattutto accoppiata al passato remoto occasionale che in italiano tende a rallentare il ritmo della storia.
Voglio sottolineare per finire l'incoerenza mentale del protagonista di cui non abbiamo un minimo di feedback, col fatto che questi non si spaventi di fronte al fatto che l'ambiente intorno a lui sta cambiando, ma continua ad inseguire delle voci che lo perseguitano, come i pazzi.
Una nota di merito va invece a Mike che è praticamente ovunque nella storia e che secondo me alla fine si scoprirà essere la bambina. O l'amante del protagonista.
Akki:
Seriamente, questa creepypasta è
frutto di una mente malata. Con ciò non intendo dire che sia brutta,
anzi, mi ha fatto più ridere che altro, data la quantità abnorme di
buchi nella storia, le infinite vie d’uscita della palestra, la
sintattica al 90% errata, così come la grammatica orribile e piena
di orrori riguardanti il tempo usato. L’autore ha cercato di usare
termini ricercati e similitudini piuttosto azzeccate, ma ciò non ha
retto di fronte alla mastodontica quantità di errori. Sicuramente,
se mio cugino non mi avesse linkato questa creepypasta, sicuramente
non me la sarei andata a cercare, anzi, gli avevo anche cortesemente
chiesto di cambiarla, ma siamo masochisti e dobbiamo tradurla.
Fenix:
The Laughter... Come definirla? Una creepy pasta? Una storia? Un cag**a pazzesca senza né capo, coda o qualsivoglia elemento che possa rassomigliarla ad un pezzo di scritto leggibile? La terza, sì, la terza. Non è solo scritta male, in un inglese pessimo, con una sintassi da far tremare i muri, ma è anche inconcludente, pessima, inutile. Perché è stata scritta? Qual è il suo scopo? Cosa vuole da noi? Mi sento a disagio dopo aver letto questa... cosa, ma non perché faccia paura, perché è la m***a.