come vi avevo promesso, avrei presto pubblicato una fantastica esclusiva solo per voi. Ora vi rivelerò di che si tratta:
Ultimamente, come alcuni di voi sapranno, a Martina Franca c’è stato il festival del cabaret. Io c’ero e (oltre a fare la classica foto con i comici), sono riuscito a fare anche delle interviste in esclusiva per il blog! E oggi ho intenzione di postare l’intervista a Peppe Iodice. La scriverò e posterò anche il file audio registrato con il mio iphone.
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D: Allora, c’è stato qualcuno in particolare che ha condizionato la sua carriera, l’ha aiutata, magari durante periodi complessi o qualcosa del genere?
R: Guarda, per un napoletano come me, della mia generazione, è inevitabile il condizionamento di un mostro sacro e di un fuoriclasse assoluto come Massimo Troisi. E’ proprio inevitabile, anzi noi dobbiamo fare il possibile per non dimenticarlo perchè sarebbe un’impresa ardua e anche inutile, ma per discostarci, per creare una nostra personalità, però Troisi assolutamente. Per dire un altro nomone napoletano, come se fosse napoletano, è il Maradona della comicità al quale io mi sento legatissimo.
D: Come è nata la sua passione per la comicità, questa sorta di passione che appunto poi l’ha spinta fino a questo punto, fino a questi livelli?
R: Guarda, io la data precisa non te la so dire, però ti so dire che probabilmente l’ho sempre avuta, l’ho scoperta dopo i 20 anni. Prima ridevano, ridevano quando dicevo delle cose, a volte mi arrabbiavo pure perchè mi sembrava che mi prendessero sul serio, poi da un certo punto in poi ho capito che poteva essere l’obiettivo massimo della mia vita, infatti adesso quando ridono alle mie battute, anche nella vita, diventa una soddisfazione massima.
D: Dove ha iniziato la sua carriera, qual’è stato il primo palco, non considerando spettacoli televisivi, anche considerando magari un palco di un evento scolastico, qualcosa di cittadino o di nazionale?
R: Allora, guarda, io ho cominciato subito con una cosa seria, cioè ho fatto scuola di teatro a Napoli come prima cosa mia in assoluto, poi ho fatto il saggio della scuola di teatro e succedeva una cosa stranissima: io parlavo di una cosa di Pirandello (tra l’altro di cui non è che si può ridere tantissimo) e il pubblico rideva molto e spiazzava il regista, spiazzava tutti, però a me fece capire che c’era questa tendenza. Quindi il palco di un saggio teatrale e poi in una tournèe perchè mi presero subito per fare una tournèe teatrale. Quindi ho fatto prima il teatro, poi il cabaret e prima della televisione tantissima gavetta, tantissima… penso 12-13 anni di serate sulle montagne più sperdute… quindi prima della televisione tanto, tanto pubblico dal vivo, serate “anonime”.
D: Ultima domanda, perchè ha deciso di prendere la carriera comica e non qualcos’altro, cos’è stata quella “scintilla” che le ha fatto scegliere la carriera comica e non qualcos’altro tipo, che so, un lavoro che sognava da anni o qualcosa del genere?
R: La verità? Non so fare altro. Cioè, non so fare nulla. Probabilmente so far ridere quindi è l’unica chance che ho. Se non va bene questo sono disperato
D: E’ una sorta di talento insomma
R: Ma guarda, me lo auguro. Perchè non so fare altro, te l’ho detto, è l’unica possibilità che ho. Anzi, io veramente, annuncio sul tuo blog: speriamo che va bene questo perchè se no… se mi prendi a lavorare con te! *ride*
D: Va bene, grazie comunque per l’intervista!
R: A te, sei bravissimo.
D: Grazie!
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